1. Diciamo no ai finanziamenti alle scuole private paritarie di Bologna
La presenza di liste d’attesa ormai croniche per l’accesso alle scuole dell’infanzia comunali (anche quest’anno tali liste sono in crescita a causa dell’incremento demografico) conferma che la richiesta di scuola pubblica non viene soddisfatta e siamo pertanto di fronte alla lesione di un fondamentale diritto costituzionale.
L’iniziale finanziamento del Comune di Bologna di £ 463.500.000 alle scuole private paritarie, in 15 anni si è quadruplicato, arrivando ad € 1.055.000.
Tutti sommati, i contributi pubblici per sezione privata passano da £ 16.295.000 ad € 28.183, ovvero sono più che triplicati.
Anche il contributo del Ministero della Pubblica Istruzione, in 10 anni, presenta un aumento del 650%.
Sono questi aumenti in linea con l’aumento del costo della vita? Nient’affatto, come si può facilmente verificare dalla serie storica dei dati statistici, quando, tra il 1995 e il 2010, il costo della vita è aumentato del 44,4%.
voi volontari del comitato art.33 siete un’ulteriore segnale che bologna è avanti anni luce rispetto al resto dello stivale: non è casuale che il movimento 5 stelle abbia raggiunto il 10 % dei voti alle ultime comunali. da modena, stima e rispetto.
Francamene stento a convincermi che in «presenza di liste d’attesa ormai croniche per l’accesso alle scuole dell’infanzia comunali» possiamo essere «avanti anni luce» solo: scoraggiando ulteriormente le scuole paritarie.
1) Dare alle paritarie solo il 10% delle spese come contributo comunale è giusto considerarlo “onere a carico” o “gran bazza” per il Comune di Bologna e quindi per tutti i suoi cittadini?
2) Ma siete sicuri che la posizione del “comitato art.33″ non cada nel rischio di un “integralismo culturale” che vuole a tutti i costi combattere contro coloro che preferiscono una “impostazioni culturale” diversa dalla vostra?
Gran bazza?! Un milione di euro l’anno alle scuole private che, oltre ai finanziamenti del Comune, ricevono anche contributi statali e regionali e si fanno pagare profumate rette dalle famiglie..tu la consideri una gran bazza?! E tutto questo mentre nelle scuole pubbliche manca persino la carta igienica e la semplice cancelleria per le attività didattiche…
E’ sicuramente un “onere” ed è un onere che questa città non si può assolutamente permettere.
Considera che prima dei finanziamenti c’erano solo 70 iscritti in meno di quelli che si registrano oggi nelle scuole private, per cui il fiume di milioni di euro erogati alle scuole paritarie private si è solo rivelato un sistema per drenare risorse dal pubblico al privato con il risultato del fallimento del sistema integrato d’istruzione, testimoniato dal fatto che nell’ultimo anno a fronte di quasi 100 posti liberi nelle scuole private centinaia di famiglie sono rimaste escluse, perché non volevano e/o non potevano optare per la scuola privata. Questa città non può permettersi più liste d’attesa: tutte le domande di accesso alla scuola pubblica devono essere soddisfatte e quelle risorse sono indispensabili.
la scuola è un patrimonio fondamentale , che non puo e non deve essere alla merce di nessuan spaeculazione , cosa che haime stanno cercando di fare in italia . quindi che dire , partecipiamo tutti perche non possiamo vendere il futuro dei nostri giovani .
sono d’accordo sulla scuola come “bene comune” e pubblico…MA, c’è un MA…bisogna assolutamente tenere conto che i contributi PRO BAMBINO che vengono dati al privato sono ESTREMAMENTE INFERIORI a quelli previsti per bambino nella scuola pubblica. In soldioni: un bimbo iscritto alla privata costa al pubblico un decimo (o meno) di un bimbo iscritto alla scuola pubblica. se il referendum dovesse “passare”, ci ritroveremmo con tanti bambini a spasso, a carico del pubblico, che con le poche risorse non riuscirebbe a fornire un buon servizio a tutti…PENSIAMOCI!!!CI STIAMO TIRANDO LA ZAPPA SUI PIEDI, solo perchè “demonizziamo” il privato…Bisogna stare attenti ed informarsi sulle conseguenze!
la scuola pubblica non persegue alcuna ideologia e accoglie tutti di qualsiasi religione e con qualunque disabilità. Si può dire altrettanto delle scuole private, quasi tutte confessionali?
Si, si può dire altrettanto delle scuole paritarie: accolgono tutti.
Lei è stato veramente bravo a rispondere, perchè creo che in tutto questo c’è solo una lotta politica e religiosa. Bisogna conoscere la verità! la bugia ha le gambe corte
concordo con monica,rischiate per ideologia di aggravare le spese italiane
Sono perfettamente d’accordo con monica e tamba: se aboliamo il finanziamento alle scuole paritarie non facciamo altro che tirarci la zappa sui piedi a discapito dell’istruzione, proprio perché il pubblico non riuscirebbe ad assorbire i bambini che saranno lasciati a casa dalle scuole private che saranno costrette a chiudere. Senza contare il fatto che circa mille e settecento dipendenti delle scuole paritarie saranno lasciati a casa.
Si continua a considerare il Comune come un’entita’ altra rispetto ai cittadini: in realtà il comune siamo noi. Considerata così la cosa non credo che il costo/bambino nelle scuole private sia inferiore a quello delle scuole pubbliche. Il costo per i cittadini ( e quindi per il Comune) comprende sia i contributi pubblici che le rette pagate dalle famiglie.
Scusa Giuseppe, ma chi impedisce al Comune di reclutare qualche giovane insegnante ed istituire qualche nuova scuola comunale “con contributo a carico delle famiglie”. Così facendo, le famiglie “costrette ad iscrivere i loro figli a scuole di cui non condividono l’impostazione culturale” sarebbero ben liete di pagare la retta al Comune. Dove mi sbaglio?
Caro Sandro,
Provo a risponderti io anche se sono un altro Giuseppe.
Sarebbe un paradosso la compresenza di scuole comunali ad accesso gratuito e scuole comunali “con contributo a carico delle famiglie”. E quest’ultime dovrebbero poi pagare per accedere ad una scuola pubblica solo per consentire alle famiglie che hanno scelto la scuola privata di godere di agevolazioni basate su finanziamenti pubblici!
Mi sembra un’ipotesi fuori da ogni logica ed assolutamente improponibile!
Ci sarebbe una discriminazione inaccettabile.
E poi dimentichi che la scuola comunale è “scuola pubblica” e, come tale, deve essere gratuita, perché come dice la Costituzione deve essere aperta a tutti e deve essere istituita per ogni ordine e grado dell’istruzione. La retta la lasciamo alle scuole esclusive, cioé alle scuole private.
Qui si sta stravolgendo veramente tutto: è l’accesso alla scuola pubblica che è un diritto tutelato dalla Costituzione. Mentre per le scuole private si stabilisce la libertà di istituirle, ma senza oneri per lo Stato. Chi sceglie la scuola privata, se la deve pagare per intero. PERCHE’ I SOLDI DI TUTTI DEVONO ANDARE ALLA SCUOLA DI TUTTI…E PER TUTTI!
Per Monica, Tamba e Giamma:
Purtroppo la vera zappa sui piedi è conficcata oramai da quando con la legge di parità di Berlinguer (L.62/2000) si è aperta la breccia per attaccare e svuotare l’art.33 della Costituzione, che nel comma 3 è chiarissimo a riguardo: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.” Ed in verità anche prima a livello locale i finanziamenti alle private venivano erogati (a Bologna dal 1995).
La realtà è che nel 1995, prima dei finanziamenti, le scuole private dell’infanzia a Bologna contavano 1660 bambini (24% dell’offerta totale di posti). Nel 2012 i bambini nelle private paritarie si attestano su 1730 (22% dell’offerta totale in città), a riprova del fatto che con i finanziamenti il numero dei posti occupati nelle private non è aumentato un granché (una media di circa 5 posti all’anno in più), anzi è diminuita la quota rispetto al totale. Ma questi dati sono la prova che senza il finanziamento da parte del Comune i posti resterebbero quasi immutati, registrando solo un lieve calo, determinato dal fatto che senza il sostegno del Comune le scuole private aumenteranno la retta per compensare il venir meno dell’aiuto del Comune e ciò potrebbe tradursi solo per un limitato numero di casi nella rinuncia alla scuola privata per via di un costo non più sostenibile.
In ogni caso, le scuole non chiuderanno all’improvviso lasciando i dipendenti e gli oltre 1700 bambini fuori (è chiaro che questa è solo pura propaganda da parte di chi avversa il referendum!) ed inoltre non bisogna dimenticare che le scuole private continueranno a contare sui finanziamenti dello Stato e della Regione, oltre alle entrate delle rette.
Qunidi per capire quanto costa effettivamente il posto di un bambino in una scuola privata paritaria bisogna sommare i finanziamenti statali, regionali, comunali e la retta. E’ questo il costo totale di quel posto se proprio si vogliono fare raffronti.
Non si capisce poi per quale motivo il diritto che le scuole private avanzano nei confronti dei finanziamenti comunali debba ricevere un’attenzione ed un riconoscimento maggiore rispetto alle oggettive necessità della scuola pubblica, che in quanto scuola di tutti ed aperta a tutti, riceve dall’ordinamento costituzionale una specifica e precisa garanzia ed assume quindi una valenza prioritaria.
Tutto ciò nonostante l’offerta delle paritarie private risulti evidentemente slegata dall’assorbimento della domanda di scuola dell’infanzia registrata sul territorio (i 92 posti liberi di quest’anno nelle scuole paritarie private sono la prova dei limiti del sistema integrato).
Non si discute la qualità delle scuole private ed il diritto dei genitori di scegliere liberamente di mandare il loro bambino nella scuola privata. Non c’é alcuna demonizzazione, ma solo la volontà di tutelare la Costituzione e difendere la priorità che nessuno venga escluso dalla scuola pubblica per mancanza di posti e di risorse, quando dall’altra parte si eroga 1 milione di euro l’anno alle scuole private. Non ho alcun dubbio sulla necessità di garantire che un posto nella scuola pubblica debba essere prioritario rispetto a quello in una scuola privata, in cui fra l’altro si scarica il costo su chi poi dovrà pagare la retta. E quindi non trovo giusto che solo per fare pagare una retta più bassa ad alcune famiglie che scelgono la scuola privata, si decida di escludere dalla scuola oltre 300 bambini. A Bologna!
I SOLDI DI TUTTI ALLA SCUOLA PER TUTTI!
Al referendum del 26 maggio difendi la SCUOLA PUBBLICA, scegliendo la proposta A per destinare i finanziamenti alle scuole statali e comunali. Passaparola…
Giuseppe d’accordo con te al 99,99%. Solo una cosa: come dici tu alcuni genitori sono costretti a mandare i figli nel privato. Perché non trovano posto o perché non c’è il tempo pieno alle elementari. Ok togliamo i finanziamenti. Tutti è subito. Io però non ho mai potuto scegliere. Sono stata costretta controvoglia a mandare mio figlio dalle suore. Ora stop coi finanziamenti, su con le rette. E mio figlio costretto a cambiare scuola in 4 elementare. Almeno degli ammortizzatori x chi è già dentro, sono concepibili o muoia Sansone e tutti i filistei?
Cara Lory,
Capisco benissimo la tua preoccupazione di mamma, ma quello del 26 maggio è un referendum consultivo che ha l’obiettivo di orientare le scelte e le priorità dell’amministrazione sui finanziamenti alle scuole dell’infanzia. Quindi nessun problema per tuo figlio che è alle elementari, ma neanche per i bambini iscritti alle scuole dell’infanzia. Infatti non bisogna immaginarsi una situazione in cui tutto cambierà da un giorno all’altro. Nel caso in cui dovesse vincere la proposta A (utilizzare le risorse per le scuole comunali e statali) il Comune sarà politicamente impegnato nei confronti dei cittadini ad invertire il trend nell’erogazione dei finanziamenti alle scuole paritarie private, ma di certo non chiuderà subito i rubinetti delle risorse per chi dovrà completare il ciclo: le varie scuole dovranno al loro interno dosare le risorse in modo da garantire continuità di tariffe agevolate ai vecchi iscritti. Considera inoltre che, se prima il rinnovo della convenzione era annuale, nel 2012 il Comune ha rinnovato le convenzioni con le private per un periodo di 4 anni! Forse per paura del referendum?
Grazie per il commento davvero interessante. Ho qualche domanda:
– si riesce a stimare il finanziamento totale delle private per bambino per anno sommando anche i contributi statale e regionale?
– i 92 posti liberi nelle private sono a fronte di quanti bambini nelle liste d’attesa pubbliche che non sono stati accolti?
– Dove posso trovare dati ufficiali e numeri affidabili? Su questo argomento c’è infatti una girandola infinita di cifre, mi piacerebbe chiarirmi le idee andando “all’origine”.
Salve a tutti,
aboliamo i finanziamenti alle scuole paritarie (quindi non private ma paritarie!) ma CONTEMPORANEAMENTE io NON voglio pagare tasse che:
1- finanziano la sanità privata convenzionata con la sanità regionale,
2- finanziano i PARTITI (chiamateli rimborsi se volete) che sono SEMPRE SOLDI DEI CITTADINI regalati a partiti perditempo e rovina Italia,
3- finanziano i SINDACATI che rovinano l’ambiente di lavoro ed ostacolano lo sviluppo economico del paese.
Quindi RISOLVETE questo piccolo problema quotidiano che hanno le mamme come me che lavorano a tempo pieno e non hanno i nonni o perchè non disponibili o perchè deceduti: CHI TIENE I BAMBINI DOPO LE 16?
Ricordate sempre che chi semina vento raccolgie tempesta.
Cara Cinzia,
Comprendo il tuo malessere, ma ci tengo a precisare che il quesito del referendum comunale chiede semplicemente se i cittadini preferiscono destinare alle scuole comunali e statali i finanziamenti che ogni anno vanno alle convenzioni con le paritarie private.
Le scuole comunali dell’infanzia sono anch’esse paritarie in base alla L.62/2000, ma sono SCUOLA PUBBLICA, cioé scuola aperta a tutti, gratuita, laica, pluralista. La scuola della Repubblica, quella che nella Costituzione deve essere istituita per ogni ordine e grado dell’istruzione. La scuola pubblica ha una tutela costituzionale che risiede proprio nell’art.33: c’é un dovere costituzionale preciso che deve essere rispettato.
Per le scuole private questo diritto non è previsto, ma si prevede la libertà della loro istituzione senza oneri per lo Stato. Capisco i tuoi problemi e le tue insofferenze, ma ti prego di riflettere sul fatto che non hanno alcuna connessione con il tema del referendum.
Per quanto riguarda il tuo problema, ti invito a riflettere sul fatto che la scuola è un’altra cosa. Non è un semplice servizio, come ad esempio il baby-sitting, ed i suoi orari e le sue regole sono un importante strumento pedagogico. Certo, la flessibilità delle scuole private può risultare comoda per chi lavora ed ha difficoltà a portare i bambini a scuola ed a riprenderli agli orari classici della scuola pubblica, ma penso che portare un bambino a scuola ad attività didattica già avviata sia il massimo dal punto di vista pedagogico. Credo comunque che la tua esigenza sia qualcosa su cui lo Stato e gli Enti locali devono interrogarsi per trovare una risposta, che non necessariamente deve essere la scuola (ma magari un servizio di baby-sitting che possa intervenire dopo la chiusura). Ti faccio presente che le scuole dell’infanzia comunali chiudono in genere alle 17:30, che è già un orario più comodo per conciliare le esigenze lavorative con i doveri di mamma. Buona fortuna col tuo bambino e vieni a votare il 26 maggio..comunque tu la pensi! ;)
Brava Cinzia, chi pensa a noi? e poi siamo pur libere di scegliere una scuola che abbia delle finalità educative all’insegna della scelta cattolica. Diciamola tutta … la maggior parte delle scuole paritarie sono tenute da suore o cattolici o cristiani
Fate una battaglia pesantemente ideologica.
Mai preso in considerazione che il privato possa svolgere una funzione educativa come se non meglio del pubblico?
Conoscete il livello di soddisfazione dei genitori con figli nelle materne private o ,meglio ancora, convenzionate?
Quello che bisogna tutelare è l’interesse pubblico nell’istruzione, cioè l’indirizzo , cordinamento e verifica degli obiettivi; che non necessariamente significa gestione diretta di tutto da parte del pubblico.
Sono un volontario del Comitato e ti posso garantire che non c’é nulla di ideologico nel referendum del 26 maggio e tantomeno nell’approccio del Comitato a questo tema. Ti suggerisco di non prestare attenzione all’eco dei media che nella maggior parte dei casi sono sotto il controllo dei poteri forti (PD e Curia in primis) di questa città.
In realtà il Comitato è formato da cittadini con una rappresentanza piuttosto trasversale: pensa che io sono di destra ed in quanto liberale mi aspetto dalle istituzioni che mi rappresentano un approccio laico nell’amministrazione della cosa pubblica.
@artattack
Per quanto riguarda la funzione educativa, nessuno mette in dubbio le capacità professionali degli insegnanti delle scuole private (massima solidarietà nei loro confronti, visto che vengono anche sottopagati e sono spesso dei precari). Quello che è diverso rispetto alla scuola pubblica è il progetto educativo.
La scuola pubblica è la scuola dell’integrazione delle diversità, l’esaltazione di quel meraviglioso spettro di colori che è il mondo in cui viviamo.
La scuola pubblica è inclusiva, è pluralista, è laica. La scuola pubblica è un’altra cosa.
Le scuole private sono esclusive (per via delle rette e talvolta anche per via delle regole, che come nelle scuole Cerreda prevedono sezioni interamente femminili) ed hanno un progetto educativo che nella quasi totalità dei casi è di matrice confessionale.
Ci piacerebbe avere i risultati delle convenzioni con le scuole private, ma purtroppo le relazioni relative all’attività di controllo da parte dell’amministrazione comunale non sono state predisposte e/o pubblicate dal Comune di Bologna. Magari l’assessore Pillati può fare qualcosa in merito…
Credo dovesse essere un passaggio fondamentale prima del rinnovo della convenzione per 4 anni.
Quale indirizzo, coordinamento e verifica degli obiettivi il Comune di Bologna ha svolto in tutti questi anni?
Dove sono i risultati? Vediamoli!
L’interesse pubblico nell’istruzione può essere tutelato solo attraverso il rafforzamento della scuola pubblica. Fino a quando ci saranno persone che chiedono un posto nella scuola pubblica e restano esclusi, tale interesse non sarà tutelato. Ed a nulla servirà che un funzionario del Comune porga il volantino della scuola privata vicino a casa. Se si costringe qualcuno ad optare per un progetto educativo che non condivide pagando una retta (e scaricando quindi sul cittadino i costi), allora lo Stato e la scuola hanno già perso!
Questo referendum andrebbe proposto su scala nazionale!!
Riporto il mio commento lasciato su “Diario motivato”….perchè temo che quello non fosse lo spazio giusto…
Ho un bimbo di tre anni. Frequenta una scuola materna paritaria gestita da suore. Non è una scuola per vip, la retta è decisamente bassa e tutto funziona per il contributo instancabile delle suore, che si occupano delle pulizie e dell’assistenza ai bambini anche fuori dall’orario canonico (io a volte lo passo a ritirare alle 18!!) senza percepire nulla. Noi non siamo praticanti cattolici, ma condividiamo i valori di solidarietà e rispetto che comunque gli vengono trasferiti.
Mi sono documentata e anche io ho capito che togliendo i contributi erogati alle scuole paritarie, difficilmente il comune di Bologna riuscirà a soddisfare la richiesta che emergerebbe a seguito della necessaria chiusura di tante scuole paritarie presenti sul territorio. I costi di gestione delle scuole pubbliche sono decisamente più alti rispetto a quelli delle paritarie, proprio perchè queste ultime possono contare su attività prestate spesso gratuitamente. L’idea che mi sono creata, quindi, è che la proposta referendaria non risolverá il problema della domanda, ma farà semplicemente chiudere molte scuole paritarie, e aumentare notevolmente le rette di quelle restanti. Il tutto a discapito unicamente di noi genitori. Inoltre io non conosco nemmeno un genitore dei compagni di mio figlio che cambierebbe la propria scelta, o che è scontento di come vanno le cose adesso….e nella scuola ci sono 60 bambini!
Questa è la “storia” raccontata da una che la vive davvero, ogni giorno, tra i mille equilibrismi di una mamma che lavora e non ha i nonni.
Grazie per lo spazio messo a disposizione
Cara Chiara,
Grazie per aver condiviso la tua esperienza diretta in una scuola privata. Noi rispettiamo la tua scelta e non discutiamo la qualità della scuola privata.
Ti suggerisco però di non prestare troppa attenzione al terrorismo mediatico sulla chiusura delle scuole private. Nel 1995, prima dei finanziamenti, c’erano circa 1660 bambini, cioé quasi 70 in meno rispetto a quelli del 2012. Si tratta chiaramente di voci infondate che tendono a spaventare l’elettorato sulla prospettiva del venir meno dei finanziamenti per le scuole paritarie private.
Ricorda…la paura è una leva formidabile di marketing politico.
La Curia ha le risorse sufficienti per supportare le scuole private che nella quasi totalità sono cattoliche.
Tra un pò potrà anche contare sull’eredità della Faac.
Buona fortuna cone le tue “acrobazie” da mamma!
hai ragione, questa è la realtà. Ma ricorda che questo è un referendum solo consultivo, per orientare politicamente il comune. Penso che le piccole scuole gestite da suore (non certo i cari e esclusivi kindergarden) debbano essere aiutate perchè effettvamente arrivano dove lo stato non riesce ad arrivare. Però non sono d’ accordo sul finanziarle direttamente. Perché non trasformarle in associazioni senza obbligo di lucro, che beneficiano di altre forme di aiuto quali, agevolazioni fiscali e 5 per mille? E’ vero le suore non ci guadagnano nulla dalle quote dei genitori, magari a stento restano in pari con il contributo del comune. Però non ti dimenticare che il tuo asilo non perderà immediamente l’aiuto del comunee dovrà fare salire la quota. Il comune di pari passo deve fare progetti nell’arco di anni e a lungo termine per rafforzare l’istutuzione pubblica. Insomma per me anche tu potresti votare A per dare un indirizzo al nostro comune di come dovrebbe muoversi nei prossimi anni riuscendo, nel lungo periodo e gradualmente, a sostituirsi alle insostituoibili suore che fanno un gran lavoro di volontariato, senza il quale tu non potresti portare all’asilo i tuoi figli oggi.
il museo del Risorgimento ha avviato una ricerca sulla scuola bolognese dall’Unità d’Italia agli anni settanta.Tra i documenti c’è la locandina di un “febbraio pedagogico” degli anni 60. Qualcuno ricorda quell’iniziativa? E Bruno Ciari? Le amministrazioni di sinistra dell’epoca affermavano che la scuola è il luogo in cui si realizza l’uguaglianza sociale e perseguivano questo fine formando il personale insegnante e non in modo da offrire ai bambini tutti la miglior scuola possibile. Ora con con motivazioni puramente economiche vogliamo negare questo principio? Nei Paesi dove si è scelto
di incoraggiare le scuole private, la scuola pubblica è diventata un ghetto dove finiscono i frigli dei poveracci e non è possibile promuovere un’integrazione e una crescita culturale e sociale
Perchè solo a Bologna? La questione è davvero nazionale!
Ciao a tutti,
premetto che non sono di Bologna (vivo a Bari), che sono un insegnante/ricercatore precario e che mi considero decisamente “progressista”. Detto questo, un referendum di questo tipo, tarato sulla scuola dell’infanzia, mi sembra profondamente ideologizzato.
L’anno scorso mandavo mia figlia (oggi ha 3 anni e 6 mesi) ad un asilo privato. Era caro, ma aveva strutture di prim’ordine, le insegnanti erano attente e scrupolose, e la gestione generale impeccabile. E soprattutto, si tenevano in considerazione le esigenze e i problemi posti dai genitori. In generale, avevo l’impressione che genitori ed insegnanti “remassero nella stessa direzione”! E, tanto per essere precisi, la scuola era di “matrice” cattolica, ma io l’ho scoperto solo molto dopo, e non ho mai avuto l’impressione di condizionamenti ideologici di qualche tipo (ricordiamoci che il target sono bambini piccolissimi!).
Quest’anno la bambina frequenta la materna comunale. E noi genitori non siamo altrettanto soddisfatti. Soprattutto perchè la scuola è profondamente autoreferenziale, e il rapporto con le educatrici (una delle due, in particolare), e più problematico. Senza contare la scarsissima qualità della mensa, per cui sembra che ogni protesta sia inutile. Ah, dimenticavo: siamo stati praticamente “obbligati” a sottoscrivere l’insegnamento della religione cattolica.
Vi (e mi) domando: Siete sicuri che, ad oggi, le scuole private siano peggiori (parlo di contentui educativi, qui) delle scuole pubbliche? Siete sicuri che il problema principale della scuola pubblica sia la mancanza di risorse? Non sarebbe il caso, PRIMA di obbligare tutte le paritarie a chiudere bottega (perchè di questo si tratta, è inutile giraci attorno) richedere una riforma delle regole scolastiche nelle direzione della partecipazione (esigenza che alle scuole materne credo sia essenziale) e della responsabiltà? Non sarebbe il caso, al posto di operare sui finanziamenti, richiedere maggiore trasparenza e controllo? E infine, cosa più importante: Siete sicuri di stare facendo il bene dei bambini?
c’erano bambini extracomunitari o disabili in quel paradiso di scuola?
Nella scuola dove lavoro io ci sono sia extracomunitari di seconda generazione che disabili.
Io pago la retta di una scuola paritaria a costo di enormi sacrifici perchè assolutamente insoddisfatto dei servizi della scuola pubblica. Se volete che vengano aboliti i finanziamenti alle scuole private allora bisogna lasciare la possibilità al cittadino che fa una scelta diversa di recuperare le tasse che vengono pagate per una scuola pubblica totalmente inefficiente.
il pubblico è pubblico proprio perchè è di tutti e tutti devono impegnarsi a migliorarlo. Non bisogna scappare, ma impegnarsi a cambiare ciò che non va. Ci sono le assemblee e gli organi collegiali per questo. Non è facile trovare il tempo e i modi per cambiare le cose, ma bisogna provarci e impegnarsi
Ho insegnato inizialmente in una scuola privata, poi sempre nella scuola pubblica e ritengo che la Costituzione SI DEVE RISPETTARE e non rivoltarla come se fosse una pizza!
La distinzione tra PUBBLICO e PRIVATO la troviamo anche nell’art. 42 della Costituzione, MA NESSUN CITTADINO PUO’ CHIEDERE un FINANZIAMENTO ALLO STATO per la gestione della sua proprietà!
TRA L’ALTRO LE SCUOLE PRIVATE SI FANNO PAGARE PROFUMATAMENTE dai genitori degli studenti!
E’ INCOSTITUZIONALE ed IMMORALE il FINANZIAMENTO alle SCUOLE PRIVATE!
Alcune considerazioni.
Il referendum è solo consultivo e costerà 500 mila euro, o sbaglio?
Le scuole paritarie private sono 27, 9 gestite da enti religiosi, 8 da parrocchie, 5 da cooperative di genitori, 3 da fondazioni e 2 da associazioni libere, e accolgono poco più di 1700 alunni; le scuole paritarie comunali accolgono oltre 5 mila bambini, mentre quelle statali 1500. Sia le paritarie comunali che quelle private ricevono finanziamenti da parte dello Stato, o sbaglio?, pertanto esistono eccome scuole comunali non statali ma paritarie…
Cito Zamagni in merito al comma 3 dell’art. 33 della Costituzioni, là dove si parla di istituire scuole senza oneri per lo Stato :” appunto: si parla di istituire, e non di gestire una realtà già esistente, come a Bologna, dove nessuno ha mai chiesto al Comune finanziamenti per creare nuove scuole materne; l’amministrazione deve però consentire alle scuole materne di realizzare il principio di libertà di scelta da parte dei genitori». Evitare oneri significa che «non si possono chiedere risorse all’ente pubblico gravandolo; ma nel caso di specie è vero esattamente il contrario: il Comune di Bologna eroga annualmente alle scuole materne e paritarie un milione di euro, ricevendo dalle stesse un contributo in termini di posti per l’infanzia pari a sei milioni. Siamo di fronte a un caso plateale in cui è la società civile che finanzia l’ente pubblico e non il contrario». Il testo dell’articolo recita “senza oneri” … non dice senza pagamenti, pertanto se a fronte di una spesa di 1 milione di euro, il comune ne risparmia 6 …
Al comune di Bologna ogni bambino delle sue scuole materne costa quasi 7 mila euro, mentre il contributo per un bimbo delle paritarie private è di circa 600 euro … e questo contributo consente alle paritarie private di poter effettuare un minimo di differenziazione delle rette attraverso il modello Isee.
Inoltre, se si ha veramente a cuore la Costituzione, la si deve ricordare anche in quegli articoli che potrebbero non portare acqua al proprio mulino, l’art. 118 infatti recita :”Stato, Regioni, Città Metropitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e asociati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”. Insomma, è scritto FAVORISCONO, non tollerano o riconoscono, ma FAVORISCONO …
Non comprendo poi come mai proprio da oggi ci si dovrebbe impegnare a migliorare le cose nella scuola comunale o statale che sia, come se tutti gli anni passanti … siano passati … come sono passati …, ma da domani, invece, vedrete che salto di qualità …, forse sarebbe il caso di erogare più soldi alle paritarie private, facendo così risparmiare soldi allo Stato, abbassare le rette per consentire l’accesso a più famiglie e offrire un servizio migliore, o no?
Ultimo appunto: come mai a sostenere l’iniziativa sono Sel e M5S e non il PD, ad esempio? Mi pare che i moderati non siano a favore del referendum, nemmeno la giunta e il Sindaco, insolito, no!?, per chi sostiene che non vi sia una motivazione ideologica nella proposta …
In risposta @Tony:
1) Ti chiedi “Il referendum è solo consultivo e costerà 500 mila euro, o sbaglio?” Risposta: Sbagli, l’ultima cifra rilasciata dal Sindaco parla di 350 mila euro, ma vedrai che la cifra finale effettiva sarà ancora più bassa (intorno ai 300 mila), perchè chi amministra il Comune di Bologna (Sindaco e Giunta) stanno giocando al ribasso comprimendo il diritto di partecipazione dei cittadini: per esempio riducendo il numero dei seggi da 450 richiesti ai 200 concessi, dai 3 giorni dell’ultimo referendum comunale ad 1 giorno. Rifletti sul fatto che stai servendo chi gioca con i diritti dei cittadini!
2) Poi scrivi “Sia le paritarie comunali che quelle private ricevono finanziamenti da parte dello Stato, o sbaglio?, pertanto esistono eccome scuole comunali non statali ma paritarie…”
I finanziamenti da parte dello Stato non sono oggetto del referendum. Le scuole comunali sono scuole paritarie, ma sono pubbliche: il nodo qui non é che siano scuole paritarie, ma che siano scuole “private” e la Costituzione vieta espressamente il finanziamento alle scuole private, perché dice “senza oneri per lo Stato”.
3) Zamagni sostiene “si parla di istituire, e non di gestire una realtà già esistente, come a Bologna, dove nessuno ha mai chiesto al Comune finanziamenti per creare nuove scuole materne; l’amministrazione deve però consentire alle scuole materne di realizzare il principio di libertà di scelta da parte dei genitori”
L’art.33 non può essere interpretato a piacimento tirandolo per la giacca, perché quando afferma “senza oneri per lo Stato” non fa alcun riferimento agli oneri per l’istituzione, anche perchè sarebbe stata una norma sciocca e facilmente aggirabile: Tu istituisci la scuola oggi a tue spese anche senza fare grossi investimenti, basta un atto per l’istituzione; poi, domani una volta che lo avrai istituito, ti erogherò i finanziamenti….Troppo facile così!
La Costituzione è più saggia dei vari saggi che si ascoltano in questi tempi e dice espressamente “senza oneri per lo Stato”! Non dice “oneri di istituzione” e non dice neanche “maggiori oneri”, ma solo “oneri” cioé un qualsiasi costo, quale ad esempio il finanziamento di una convenzione, e Zamagni saprà benissimo il significato della parola “onere” se insegna economia all’università, no?!
4) Poi aggiungi “a fronte di una spesa di 1 milione di euro, il comune ne risparmia 6 …” Anche qui è falso!
Il Comune non risparmia 6 milioni di euro grazie alle private, perché prima dei finanziamenti le scuole private contavano circa 1660 bambini che non erano sul bilancio del Comune. Nell’ultimo ventennio circa sono aumentati di poco raggiungendo quota 1730, per cui tutt’al più avrà risparmiato il costo di quei 70 posti (fai tu i conti! ma vedrai che sono di gran lunga meno di quel milione all’anno che le private ricevono dal Comune).
5) Di seguito affermi “è scritto FAVORISCONO” No, caro! E’ scritto “favoriscono l’autonoma iniziativa”, autonoma significa che devono riuscire da soli e lo Stato non deve creare impedimenti alla loro iniziativa, ma non significa che deve finanziare i privati! Purtroppo il principio di sussidiarietà all’italiana in salsa cattolica condisce in modo improprio il finto liberismo del nostro Paese. In realtà il principio di sussidiarietà di matrice anglosassone prevede che i privati possono realizzare in proprio le attività svolte in genere dal pubblico, ma senza un centesimo di sussidi, perché ciò violerebbe la libera concorrenza e le regole del libero mercato.
Non si può essere liberisti a metà: faccio quello che mi pare, però coi soldi pubblici.
6) Aggiungi “forse sarebbe il caso di erogare più soldi alle paritarie private, facendo così risparmiare soldi allo Stato, abbassare le rette per consentire l’accesso a più famiglie e offrire un servizio migliore, o no?” NO! Assolutamente no! INVERTIAMO LA ROTTA ed investiamo nella scuola pubblica per migliorarne la qualità ed aumentare i posti attivando nuove sezioni in modo da affrontare seriamente il problema delle liste d’attesa.
7) Chiedi “come mai a sostenere l’iniziativa sono Sel e M5S e non il PD, ad esempio?”
Lo strano asse PD-PDL e Lega sono accomunati da un comune denominatore che è il riferimento cattolico, più che moderati sono estremisti di centro, che non riescono a concepire l’importanza della laicità nell’amministrazione della cosa pubblica. E la loro crociata, quella sì che è ideologia, consiste nello spianare la strada a quelle realtà cattoliche che rappresentano in un certo senso ponte con la loro potenziale base elettorale. Il risultato è un deprimente drenaggio di risorse pubbliche verso i privati ed una compravendita di nomine e cariche ad esponenti del mondo cattolico, che da decenni governano il nostro Paese col risultato che è sotto gli occhi di tutti. SEL e M5S sono fuori da questi giochi, per fortuna!
io vado a votare, ma vorrei capire alcune cose, una è questa ,
volevo aver conferma o smentita che tali dati riportati sul corriere.it edizione bologna, fossero reali o meno:
“I bambini accolti, nel 2011-2012, sono stati 1.736, il 21%, per i quali il Comune ha speso un milione di euro, ovvero 576 euro a bambino. Ricordiamo che i bimbi nella scuola statale sono stati 1.495, il 18%, per un costo da parte del Comune di 665 mila euro, cioè 445 euro a bambino. Quelli nelle scuole comunali sono stati il 61% (5.137), per i quali Palazzo d’Accursio ha speso 35 milioni di euro, cioè 6.900 euro a bambino. ”
Grazie,
Luca