Si vota il 26 maggio: come e dove
Il quesito:
“Quale, fra le seguenti proposte di utilizzo delle risorse finanziarie comunali, che vengono erogate secondo il vigente sistema delle convenzioni con le scuole di infanzia paritaria a gestione privata, ritieni più idonea per assicurare il diritto all’istruzione delle bambine e dei bambini che domandano di accedere alla scuola dell’infanzia?
a) utilizzarle per le scuole comunali e statali
b) utilizzarle per le scuole paritarie private”
Ci impegneremo per informare i bolognesi su come vengono attualmente utilizzate le risorse finanziarie comunali e convincerli a scegliere di cambiare votando a, scegliendo cioé l’opzione che chiede di usare i soldi di tutti per finanziare la scuola di tutti, la scuola comunale e statale, e non le scuole paritarie private.
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Buongiorno. Dico subito che non ho nessun interesse personale sulla questione. Non ho nessun tipo di legame con le scuole private, anzi sono un insegnante di scuola superiore statale dal 1985. Tuttavia non capisco il motivo di questo referendum per diverse ragioni. Anzitutto perchè c’è una legge dello Stato (n. 62 del 2000), firmata peraltro da Luigi Berlinguer, che afferma il principio secondo cui ” Il sistema nazionale di istruzione, fermo restando quanto previsto dall’articolo 33, comma 2 della Costituzione, è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali.” Questa legge elimina alla radice la contrapposizione di cui invece il referendum si fa portatore. Quindi anche le scuole paritarie fanno parte integrante del sistema d’istruzione pubblica. Dal quesito par di capire che sia una questione essenzialmente economica. Ma allora qui si cade nell’autolesionismo: mi risulta infatti che il Comune attualmente spende circa 1 milione di euro per sostenere le scuola paritarie. Ora, se questo milione fosse dirottato sulle scuole statali, le scuola paritarie sarebbero costrette a chiudere e i relativi alunni sarebbero costretti, loro malgrado — giacchè avevano scelto un altro tipo di scuola, e già questo è molto discutibile sul piano della democraticità — a iscriversi ad una scuola statale. A quel punto, secondo alcuni calcoli, il Comune dovrebbe sborsare per loro non più 1 milione, bensì 10 milioni di euro: dieci volte tanto. Perchè questo? Semplice, anzitutto perchè una scuola statale ha costi fissi molto più elevati, e soprattutto perchè sparirebbero i soldi che le famiglie attualmente spendono per sostenere le spese delle scuole paritarie. E’ questo che si vuole? Infatti se vincerà la proposta a), le conseguenze saranno:
– le scuole paritarie saranno costrette a chiudere
– le famiglie saranno costrette ad iscrivere i figli a scuole che non avevano liberamente scelto
– il Comune dovrà trovare 9 milioni supplementari per lo stesso numero di alunni
– si farà carta straccia di una legge dello Stato
Dimenticavo, c’è una terza possibilità: le scuole paritarie potrebbero evitare la chiusura solo alzando di molto le rette a carico delle famiglie, rette già piuttosto salate, tanto che non tutte le famiglie che lo vorrebbero possono permettersele: e questo vi sembra giusto, democratico e solidale? e non vi sembra che sarebbe ancor più capestata la legge 62, che invece ha ancora bisogno di essere compiutamente applicata?
Cordiali saluti
Carlo Dionedi
Caro Carlo, innanzitutto smettiamola di usare la parola democrazia per esprimere qualsiasi concetto vogliamo imporre. Democrazia significa semplicemente che il popolo è sovrano e null’altro. Dare la possibilità ad un genitore di iscrivere il proprio figlio ad una scuola privata non c’entra nulla con la democrazia. La libertà deve consistere innanzitutto nel fatto di poter ottenere dalla scuola statale il giusto servizio di istruzione che deve essere un diritto allorchè un obbligo. Se poi un genitore vuole iscrivere il proprio figlio ad una scuola privata perchè non pagare interamente il costo di quest’ultima? Normalmente chi sceglie di farlo non lo fa certo per garantire una migliore istruzione ma più per motivi di classe sociale. Non vedo perchè allora non debba pagare, visto che è una scelta. Tu vorresti invece che gli studi di gente abbiente siano finanziati con i soldi di coloro che ne hanno di meno, che da sempre sono i primi ad essere colpiti dal carico fiscale. L’istruzione non deve essere una merce, non deve lucrare come avviene negli istituti privati, o perlomeno, non con i soldi pubblici. E ti rammento inoltre che la scuola pubblica italiana ha cominciato a subire un declino in modo direttamente proporzionale con il dirottamento dei fondi alla scuola privata, e questo è un fatto.
COSTITUZIONE ITALIANA: l’articolo 34 afferma che la scuola è aperta a tutti; quella statale è gratuita; libera e senza oneri per lo Stato quella privata (articolo 33, commi 3 e 4). E’ evidente che è la pratica di dare soldi alle scuole private che è ILLEGALE e ANTICOSTITUZIONALE, come sappiamo benissimo. Ben venga, quindi, un referendum per riportare la legalità violata.
Scuola pubblica>finanziamento pubblico
Scuola privata> finanziamento pubblico e privato (che a parte tutto è pure conflitto di interessi e stupidità abnorme in quanto paghi qualcuno perchè ti possa fare concorrenza. Pura follia.)
Fin qui ci siamo? Ok, detto questo, una scuola privata è DI FATTO un’azienda, perchè nessuno apre con i propri soldi una scuola od un ospedale per carità perdendoci milioni di euro a parte lo stato. E in quanto azienda, è soggetta alle leggi di mercato: se non sei in grado di mantenerti sulle tue gambe FALLISCI. Punto. A rigor di un ragionamento malato del genere, tutte le aziende private di tutte le regioni di tutta l’Italia dovrebbero ricevere fondi statali, quindi pubblici, per arrivare almeno al pareggio di bilancio perchè altrimenti chiudono e quindi ci saranno conseguenze sociali, licenziamenti, mancate consegne e via dicendo. Ma stiamo scherzando? Se si sostituisse scuola paritaria con albergo della X catena filerebbe perfettamente lo stesso ragionamento, ma sarebbe palesemente un’idiozia
Caro Carlo, lo stesso Rossano Rossi, presidente di Fism, ha pubblicamente dichiarato che le scuole paritarie non chiuderanno nel caso che la maggioranza dei bolognesi dovesse scegliere la proposta a.
Per quanto riguarda la tua seconda affermazione (le famiglie saranno costrette ad iscrivere i figli a scuole che non avevano liberamente scelto) è quello che avviene attualmente. Infatti centinaia di famiglie sono costrette ad iscrivere i propri figli alle scuole paritarie cattoliche accettandone il progetto educativo benché avessero fatto richiesta di iscriverli alle comunali e alle statali (si tratta dei cosiddetti esclusi).
Anche affermare che si farà carta straccia di una legge dello Stato non corrisponde alla realtà poiché la legge non prevede che debbeno essere assolutamente erogati finanziamenti alle scuole paritarie private. Noi chiediamo solo di indirizzare quel milione di euro alle scuole comunali e statali piuttosto che alle scuole paritarie private come avviene oggi.
In ultimo ricordo che l’articolo 33 della Costituzione che richiami afferma che :”Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”
Infatti, i fondi pubblici erogati alle scuole paritarie non servono ad “istituire” le scuole, ma solo a dare un contributo per la normale gestione, affinchè le famiglie non debbano svenarsi. L’art. 33 non è in discussione. Io credo che la soluzione migliore consista in una effettiva parità, che dia la possibilità a chiunque, a prescindere dal reddito, di iscrivere i figli nella scuola che ritiene migliore. Certo sapete bene che chi manda i figli nelle scuole paritarie paga due volte: sostiene le scuole statali attraverso le tasse e poi deve pagare la retta della paritaria. Sembra giusto?
Infine attendo una risposta alla questione principale, quella economica, che trovo veramente paradossale e credo che sia il problema fondamentale. Anche perchè non si tratta solo di trovare 9 milioni aggiuntivi, ma occorre anche costruire le scuole, visto che gli “esclusi” lo sono solo per mancanza di strutture statali o comunali. Qualora vincesse la vostra proposta, come pensate di risolvere la questione?
Sei ben poco informato, non mancano certo le strutture, tuttaltro, molto spesso vengono chiuse per mancanza di alunni, 30 anni fa c’erano il 40 per cento di alunni in più.
La risposta mi sembra senza senso, il lettore faceva presente l’esborso economico a cui andrebbe incontro il Comune, invece si risponde stando sul vago e citando l’articolo 33, perfetta risposta politica di chi non vuole vedere la realtà oppure la conosce bene ma non deve farlo sapere agli altri.
Mi sembra che un milione di euro sia una cifra alquanto ridicola se confrontata con con altre ben più gravose ed inutile spese che tutti i Comuni fanno.
Ricordiamoci bene che l’eliminazione delle scuole private manderebbe in fallimento il ministero della pubblica istruzione, senza risolvere alcun problema di quelli sopraccitati.
Lo smantellamento del pubblico in favore del privato è già in corso nel Comune di Bologna. Sono un “dado” di ruolo che lavora negli asili nido comunali! Abbiamo subito diverse riorganizzazioni peggiorative negli ultimi due anni! Aumenti di carichi di lavoro, taglio effettivo degli stipendi, mancanza di sostituzioni in caso di malattia dei colleghi, taglio sulle forniture di ogni genere! E da settembre 2012 è partita l’esternalizzazione in favore delle ASP, affidando alla fondazione ASP Irides 13 asili nido e 20 scuole dell’infanzia! Sono stati smembrati collettivi interi di collaboratori e sparpagliati sugli altri servizi educativi della città, vi lascio immaginare le ricadute sul clima organizzativo di ogni nido e scuola dell’infanzia! Tra questi ricollocati rientro anche io! Non c’è un euro per i nidi comunali, ma ci sono soldi per le scuole private paritarie? Quanti “casi sociali” (sono esonerati dal pagare le rette scolastiche) ci sono nelle scuole comunali? Quanti nelle scuole private? Se si vuole fare introitare i privati a danno dei comunali/statali, il processo è già in corso, lo si sta semplicemente collaudando! Se si vogliono finanziare le scuole private lo si faccia pure, ma non a danno di quelle pubbliche! Altrimenti si attiva un meccanismo perverso che vedrà le scuole private sempre più ricche e dotate di strumenti di lavoro per studenti facoltosi, e scuole pubbliche depauperate di tutto, destinate alla massa (ceti sociali medio bassi!)
Permettetemi un commento a questo delicato argomento.
Ipotesi soluzione a)
1) le scuole paritarie per sopravvivere saranno costrette ad aumentare le rette .
Risultato:
a)potranno iscriversi solo bambini facoltosi(aumentando oltretutto la possibilità di avere formazioni didattiche di serie A e di serie B)
b)ci saranno meno iscritti e quindi meno entrate per lo Stato
c)alcune scuole saranno costrette ad accorparsi,fondersi, altre a chiudere con ovvie conseguenze sull’occupazione.
d)nessuna famiglia potrà decidere liberamente la scuola del proprio figlio, trovandosi dal punto di vista economico ancora più precluse tutte le strade tranne quella della scuola pubblica.
2)le scuole pubbliche si troveranno inevitabilmente più iscritti.
Risultato :
a)maggiore spesa per lo Stato
b)assenza di strutture adeguate ad assorbire la maggiore mole di iscritti (già ora diverse strutture scolastiche risultano sovraffollate,fatiscenti,obsolete, inadatte e poco sicure per i nostri figli e per chi ci lavora. E per di più le amministrazioni sembrano paralizzate nelle soluzioni (Ad es. le scuole Carracci)
c)rallentamento del percorso formativo dei bambini. (Facendo classi più ampie di numero credo sia normale pensare che” si possa perdere qualcosa di più per strada”) .
……a patto che Voi non crediate veramente che a seguito di questo referendum, il comune si attivi immediatamente per costruire nuove scuole all’avanguardia,assumendo un nuovo corpo docenti ecc…..ecc….
Mi domando quale sia quindi il vero scopo di questo referendum ;
1)se fosse realmente quello di consentire a tutti gli interessati di potersi iscrivere alla scuola pubblica senza doversi “rifugiare” in quella paritaria per assenza di posti , credo sia più intelligente cercare di ottenere maggiori disponibilità dalle strutture pubbliche o cercare nuove strutture e nuovi finanziamenti (cosa che andrà comunque fatta per accogliere i fuoriusciti dalle scuole paritarie ). Non capisco cosa serva togliere i finanziamenti alla scuola paritaria per avere più posti in quella pubblica.
2)se ne facciamo un discorso puramente economico , allora mi trovo assolutamente in accordo con Carlo. Seguendo la linea da Voi descritta otterremmo da un lato un minor introito proveniente dalle minori tasse della scuola paritaria, dall’altro lato un maggior costo per l’inserimento nella scuola pubblica di un maggior numero di bambini. A fronte di un risparmio di 1 milione di euro.
Conclusione: Personalmente ritengo questo referendum un’ulteriore privazione della libertà individuale , che non porta nessun vantaggio per i cittadini, né per le casse dello Stato.
Credo che l’unica chiara conseguenza di questo referendum sia quello di ingigantire ancora di più la già enorme macchina dello Stato , palesemente inefficiente , lenta e antieconomica
Ma allora mi sono chiesto :chi può volere una conseguenza così terribile ????
Mi sono quindi soffermato a leggere i promotori e i sostenitori di tale referendum e lì ho trovato sindacati, partiti politici e associazioni varie più o meno politicizzate …….. e in quel momento è stato tutto più chiaro.
Speravo che un argomento così importante come l’educazione dei nostri figli esulasse dalla spicciola attività politica di chi vive di finanziamenti pubblici ……….. d’altronde i bambini sono gli elettori del futuro.
Svegli cittadini, sveglia
Lorenzo
@Lorenzo
Una risposta alle tue ipotesi allarmiste:
1) dividendo i finanziamenti per il numero degli iscritti nelle private si ha un importo di circa 67 euro al mese. Confidiamo nella capacità delle scuole paritarie private nella ripartizione del carico di questa media sulle rette pagate dalle famiglie in base alla loro capacità di reddito. Esistono già delle tariffe differenziate: basterà far pagare di più a chi se lo può permettere e garantire tariffe vicine a quelle ora esistenti alle famiglie che hanno più bisogno. In fondo si tratta di scuole cattoliche, per cui di certo sapranno come interpretare nel modo più opportuno il principio di carità. Non è dato sapere se ed in che misura ci saranno meno iscritti alle private: l’unico dato che può far fede é che prima dei finanziamenti c’erano 1660 iscritti alle private ed ora 1736 iscritti. E’ altresì infondata l’ipotesi che le scuole chiuderanno (lo ha escluso anche il Presidente della FISM, cioé delle scuole cattoliche, in un dibattito di pochi mesi fa) e che NESSUNA famiglia potrà decidere liberamente la scuola del proprio figlio.
2) Non ci saranno maggiori spese, proprio perché si utilizzeranno le risorse precedentemente assegnate alle paritarie private. Ma non conviene di certo continuare ad investire nelle scuole private, perché i posti in più che si creano restano liberi anche in presenza di una lista d’attesa nella scuola pubblica (quest’anno circa 100 posti liberi nelle private a fronte dei circa 150 in lista d’attesa). Vista la prospettiva demografica l’amministrazione deve affrontare subito il tema degli investimenti nell’edilizia privata per dotarsi per tempo delle strutture che tra pochi anni dovranno ospitare 500 bambini in più rispetto ad oggi. Ma questo è un altro discorso rispetto al tema del referendum.
Credo che ti sfugga il fatto che chi promuove il referendum non ne faccia un discorso puramente economico. Anzi, noi non pensiamo che scuola privata e scuola pubblica siano fungibili. Sono mondi distinti…la scuola pubblica è ALTRO rispetto alla privata. Ed é per questo che non spostiamo i bambini come pedine da un posto all’altro come se fosse indifferente dove vengono sistemati, ma ci prendiamo cura dei valori che sottendono la crescita e l’educazione dei bambini nella scuola pubblica che è aperta a tutti, è gratuita, laica, pluralista ed inclusiva (a differenza delle scuole private). Tutti hanno il diritto costituzionale alla scuola pubblica. Per questo è un dramma se qualcuno rimane escluso. Questa tutela costituzionale non esiste nei confronti delle scuole private, alle quali la Costituzione si limita a renderne libera l’istituzione, ma senza oneri per lo Stato. Al contrario, per la scuola pubblica, la Repubblica deve istituire scuole di ogni ordine e grado in modo da garantire a tutti l’accesso. Il vantaggio di avere una tariffa ridotta per entrare in una scuola privata NON può essere prioritario rispetto al diritto costituzionale di ciascuno di avere un posto nella scuola pubblica!
I SOLDI DI TUTTI ALLA SCUOLA CHE E’ DI TUTTI…E PER TUTTI!
Infine, per chiudere, ti faccio presente che fra i promotori e sostenitori del referendum ci sono soprattutto associazioni di genitori ed insegnanti, comitati di cittadini, coordinamento dei precari, rete laica e, certo, ci sono anche partiti (M5S, SEL,..) e sindacati (COBAS, USB, FLC-CGIL,…). Già, ci sono partiti e sindacati! E’ giusto che anche queste realtà possano partecipare su un tema così importante e trasversale. Ma si tratta di realtà che vogliono difendere quello che rimane della scuola pubblica e che non hanno le responsabilità di “governo” che negli ultimi anni hanno avuto sindacati come la CISL o partiti come il PD ed il PDL…i quali invece sono tutti schierati con le scuole private!
Sveglia Lorenzo, sveglia!
@ Giuseppe
1) quei 67 € al mese che tu indichi miseramente , corrispondono a ca € 600.00 € in più all’anno per ogni figlio. Credo essa sia una cifra di tutto rispetto e non un aumento insignificante. Se poi come dici tu e come già succede , “chi se lo può permettere” dovrà contribuire a pagare anche parte degli aumenti delle rette di “chi ha più bisogno” capisci che tale somma possa facilmente salire.
“Non è dato sapere se e in che misura ci saranno meno iscritti” : è vero, ma alla luce di quanto sopra credo si possa “intuire” .
“E’ altresì infondata l’ipotesi che le scuole chiuderanno (lo ha escluso anche il Presidente della FISM)” : scusa , ma Ti spiego una cosa. Nel PRIVATO le cose funzionano fino a che i numeri lo consentono ( a differenza del mondo pubblico) e non perchè una persona sostiene che debbano continuare.
“Non ci saranno maggiori spese, proprio perché si utilizzeranno le risorse precedentemente assegnate alle paritarie private” : sono stupito da certe affermazioni. Se tu stesso mi dici che ad ogni bambino iscritto alla scuola privata viene riservato un finanziamento di 67 € al mese . Supponendo che fuoriesca dalla scuola privata per iscriversi alla scuola pubblica ,credi veramente sia possibile garantirgli un posto nella scuola pubblica a 67 € al mese ?
“Tutti hanno il diritto costituzionale alla scuola pubblica”. Per questo è un dramma se qualcuno rimane escluso.”
E’ verissimo, quindi prima di creare altri”esodati” cerchiamo di risolvere il problema di quei 150 in lista d’attesa che Tu mi indicavi, otteniamo nuove risorse, nuove strutture e quando la strada è costruita apriamo al traffico. Ritengo errato far uscire anche 1 solo bambino dal privato senza avere il posto nel pubblico. Da persona che lavora nel privato , io cerco sempre di trovare le soluzioni prima che nascano i problemi, il mondo pubblico ci ha dimostrato più volte il contrario.
Comunque io ho a cuore solo il futuro dei bambini e ,per loro, vorrei strutture adeguate, moderne ,sicure, professori PREPARATI , atmosfere utili serene e costruttive. Poco mi importa se ciò provenga da una scuola pubblica o privata.
Sono convinto che chi vive di soldi pubblici (nostri) abbia :
1)poco interesse a risolvere veramente i problemi , perchè dai problemi dei cittadini nascono opportunità di lavoro .
2)assoluta incapacità di “gestire i conti” e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Lorenzo
Penso che solo la scuola statale garantisca una educazione e una formazione pluralistica,democratica e laica cioè non confessionale,pur ammettendo che anche in molte scuole private si opera bene.Tuttavia un paese democratico , ,nel più vero e profondo significato , deve assicurare alle giovani generazioni la possibilità di studiare nel migliore dei modi, qualsiasi siano le condizioni sociali delle famiglie da cui gli studenti provengono.
L’italia é l’unico paese in Europa a non finanziare adeguatamente le scuole pubbliche non statali (erroneamente
chiamate private) ,Persino nella laicissima Francia lo Stato paga gli stipendi dei docenti delle scuole non statali
comprese quelle cattoliche. Guardiamo all’Europa solo quando ci fa comodo?
Le scuole private siano finanziate dal privato quelle pubbliche dal pubblico (inteso come Stato). Punto e basta ! I cittadini italiani si diano da fare a insistere affinchè governo e istituzioni pubbliche realizzino il migliore servizio educativo .
Non sono di Bologna ma opero in scuole pubbliche dal 76 e ne vedo il progressivo degrado, o meglio lo scempio che se ne sta facendo. Non basta sbandierare il rinnovamento tecnologico ( fra l’altro nel 2000 riuscivo a utilizzare i rari pc più di ora e sono sempre quelli) per far passare un inesistente fumo per il nuovo arrosto. Non parliamo di edifici, strutture e strumenti, numero alunni di cui conosciamo bene la situazione. Parliamo di integrazione sulla quale pare che il ministero ponga l’attenzione? Bene, w le sigle! PEI, PEP, EES e BES…e chi ne ha più ne metta, parole, parole, parole….su moduli per pararsi il ” bip” ma al ministero quanto interessa che si possa effettivamente realizzare nelle condizioni attuali,, per supportare realmente l’infinita casistica di alunni? E’ ” della serie facciamo finta che” !
Parliamo della valutazione o meglio, visto i vari decreti “delle valutazioni a fisarmonica” o di quella invalsi?
Quest’ ultima poi dispendio di tempo, risorse e energia e non funzionale neanche ai soli fini statistici.
Per richiedere attenzione e maggiore tutela verso l’ istruzione pubblica a mio parere, olltre a questo referendum, servirebbe ben altro e a livello nazionale.